Tra passato, presente, futuro di Juventus – Torino e del calcio nazionale L’analisi


  –Il Presidente della Juventus Andrea Agnelli e del Torino Urbano Coiro —

       — L’analisi  —

Terminato l’ultimo turno di campionato con la qualificazione in Champions di Milan e Juventus, si apre l’inizio del progetto riguardante i club di Serie A per il nuovo anno 2021’22. Una nuova stagione calcistica che si prepara all’insegna dell’arrivo di Josè Mourinho quale nuovo allenatore della Roma, mentre c’è tutta una serie di coach che costituiscono il balletto delle panchine. E mentre Ringhio Gattuso è stato liquidato con uno squallido twitter dal presidente Aurelio De Laurentiis, per il resto ascoltiamo soltanto voci all’orizzonte, con le relative conferme e smentite tipiche di questo periodo di cambiamenti che si protrarrà fino a settembre prossimo. Dunque, altro giro – altra corsa. Il pallone inizia a girare vorticosamente tra i sogni dei suoi tifosi i quali, tra l’altro, riassaporano il gusto di un ritorno allo stadio, anche se sarà ancora contingentato per ovvie ragioni. E allora oggi, in virtù di quanto detto sin qui, proviamo a cominciare con l’analisi del pallone della città della Mole e le eventuali nuove idee e progetti relativi a Juventus e Torino.

Juventus – Potremmo dire che tutto è bene ciò che finisce bene. Adesso il popolo bianconero esulta dopo la paura, mentre Andrea Pirlo pone l’accento su due trofei conquistati in questa stagione e la speranza di essere riconfermato alla guida tecnica della Juventus per l’anno 2021’22. Tuttavia, non ci si può nascondere dietro i marchiani errori commessi dalla società bianconera che si è trascinata un campionato da dimenticare sotto l’aspetto tecnico e non solo. In tanti articoli pubblicati su questo giornale abbiamo più volte definito fallimentare il campionato di una Juventus irriconoscibile anche sotto l’aspetto della mentalità vincente che è stata trascinata nel baratro della mancanza di gioco, di reattività e di quel furore agonistico che si è perso per strada. La Juve di Pirlo ha deluso, diciamocelo in tutta franchezza; ha deluso anche con i meriti dei due trofei vinti. Sì, ha deluso come spesso all’inizio si era temuto, proprio per una panchina così pesante per un neofita come Andrea Pirlo, il quale era stato prima destinato sulla panchina dell’Under 23 e dopo una settimana è stato ufficializzato dal presidente Agnelli, come l’allenatore della Prima Squadra. Tutti i media ci siamo guardati in faccia quasi increduli di quanto alla Juventus, che si presentava con 9 scudetti vinti di seguito, stesse succedendo e come questa incredibile scommessa di Agnelli avesse una sua logica razionale in virtù di un campionato da difendere e, soprattutto, di una Champions da affrontare per l’ennesima volta con il sogno di vincerla. E non ci siamo sbagliati, perché con il senno di poi, la Juventus ha fallito i suoi obiettivi più importanti, arrivando ad acciuffare la partecipazione alla Champions targata 2021’22 soltanto all’ultimo respiro e per il rotto della cuffia.

No, tutto ciò non è da Juventus, una società che si presenterà ai nastri di partenza della nuova stagione agonistica con gravi problemi economici, mentre c’è ancora da chiarire il rapporto – Uefa Ceferin – Juventus Agnelli -. Vedremo cosa accadrà, per intanto sul fronte squadra si susseguono le voci della partenza di Cristiano Ronaldo che si aggiunge all’addio già ufficializzato di Buffon. Per il resto si attende l’arrivo di Zinedine Zidane, anche se la candidatura di Max Allegri è sempre molto forte, visto il rapporto di amicizia che c’è da sempre tra Andrea Agnelli e l’allenatore livornese. Vedremo, certo è che alla Juve c’è bisogno di un cambiamento che noi vediamo anche nei ruoli dirigenziali della società. C’è chi rimpiange ancora Beppe Marotta, mentre Paratici sembra non averlo sostituito degnamente, almeno per quanto riguarda una campagna acquisti ritenuta sbagliata sotto l’aspetto tecnico di un centrocampo carico di doppioni e al contempo di poca qualità. Anche in questo vedremo gli sviluppi della società Juventus.

Torino –  E qui si concentrano aggrovigliamenti di problematiche che si attorcigliano come matasse mai sbrogliate in tanti anni di gestione Cairo. Il presidente l’ha detto chiaramente, “Io il Toro non lo vendo” e la piazza granata si raduna nell’ennesima contestazione contro una dirigenza che ha avvilito il nome di una società che ha dalla sua il peso e la responsabilità di preservane la grande storia con un presente che dovrebbe essere in grado di farla rispettare. Purtroppo non è così, e il Toro, non da oggi, si arrabatta al fondo della classifica di Serie A con evidenti problemi di una progettualità sbagliata nella singolarità dell’accentrare di un presidente tutto fare, il quale accanto a se predilige sempre figure che non facciano ombra. Già, che non facciano ombra! E questi sono i risultati di denari spesi male – vedi l’operazione Simone Verdi – e altri portati all’eccesso come risparmi maniacali nella speranza di fare sempre le nozze con i fichi secchi. Tuttavia, a onor del vero, c’è da dire che anche se il presidente Cairo decidesse di vendere il Torino (cosa assolutamente improbabile, almeno nell’immediato) non vediamo all’orizzonte acquirenti di prestigio che possano davvero cambiare in modo radicale le ambizioni di questa società granata che anno dopo anno sembra quasi si sia adagiata al pensiero di essere una squadra di terza fascia, nonostante le apparenze e le fatue chiacchiere la mettano in evidenza con le ambizioni che questo club dal grande passato meriterebbe. C’è dunque molto da fare in questa società granata per quanto riguarda la nuova stagione 2021’22, ma al momento non vediamo come i quadri dirigenziali siano all’altezza di cambiare una situazione davvero complicata, anche per le continue e aspre contestazioni del popolo granata, il quale si sente giustamente amareggiato per le continue delusioni. In queste ore il Patron granata sta contattando Juric per venire ad allenare il Toro del prossimo anno. Per noi è l’ennesima scommessa e l’appiglio alla buona sorte che si include alla semplice, quanto fatua speranza di un colpo fortunato che possa far risalire le quotazioni di questa società e di una squadra che con la probabile partenza del Gallo Belotti e forse di Salvatore Sirigu, si vede privata dei suoi cardini più importanti. Per il resto c’è la squadra da inquadrare bene nei suoi vari reparti, a partire da un centrocampo sempre alla ricerca di quella qualità che è stata soppiantata dalla grezza quantità. Non basta cambiare l’allenatore, importante è portare al Torino giocatori in grado di fare il salto di qualità, di mentalità, di orgoglio vero e non sbandierato con carichi di ipocrite frasi di circostanza. Il popolo granata rumoreggia, mentre la Mole dall’alto della sua maestosità spera che il calcio, quello vero e importante, ritorni ad essere l’essenza trainante della prima capitale d’Italia.

Salvino Cavallaro 

 

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